lunedì 7 dicembre 2009

MASCHERE



Dopo aver assistito ad una rappresentazione teatrale organizzata da cari amici di una comunità di recupero nella quale   alcune ed alcuni dei loro giovani, davano luogo ad un balletto riguardante le "MASCHERE" che nella vita capita d'indossare, ho avuto modo di riflettere su varie cose... collegando in particolare un episodio reale ed una storia che hanno qualcosa in comune:

…Nella realtà: ero di ritorno dal centro e mentre passeggio per la strada, mi fermo all'udire di una melodia conosciuta e riprodotta con una certa abilità: seduto sul marciapiede c’è JIMMY,  giovane nord europeo dai jeans sgualciti e la chitarra un po' scassata, con a terra un cappello per raccogliere le elemosine grazie alle quali in qualche modo tira avanti.
Il suo dialogare INCANTA PER LA SEMPLICITÀ, LA MITEZZA E LA TRASPARENZA CHE OFFRE 

……sarà che aver sofferto qualcosa nella vita dona un certo spirito "d'intesa" con chi, pur se inaltre  situazioni attraversa disagi di un certo peso....
Lungo il CORSO della città invece, costeggiato dal marciapiede sul fondo del quale è seduto il chitarrista mio interlocutore, sfrecciano giovani studentesse e studenti firmati dalla testa ai piedi, dottori “lucidi” con borse di pelle da 1 occhio della testa, impiegati frenetici probabilmente in preda al contenuto delle cartellette che portano sotto braccio, al caffè e a un po’ di nicotina, inoltre manager che seminano scie di profumo da stendere un elefante: 
TUTTI RIGOROSAMENTE CON LO SGUARDO CUPO E FISSO NEL VUOTO, le quali ed i quali, aumentano curiosamente di velocità davanti al giovane artista di strada, mostrando una certa abilità nell'aggirare L'OSTACOLO….


Ora nel ripensare a questa scena mi viene in mente una storiella contestualizzata nel medioevo che ha come protagonisti un giullare ed un ladro

Essi appartengono a due tra le più declassate categorie sociali secondo la cultura dell'epoca. 
Tutto avviene sotto una torre di guardia, dove i due originalissimi SOGGETTI si fermano a commentare quanto avviene davanti a loro: tra principi, signori e popolani d'ogni tipo.
Mi piace pensare che entrambi, come del resto sono di solito raffigurati in ogni racconto ambientato in quel tempo, portassero una maschera sul volto! 
Una maschera che, come si suol dire, fa di necessità virtù: l'uno per poter divertire e procurarsi quindi da mangiare mettendosi di continuo in ridicolo, l'altro per non essere riconosciuto e messo alla forca....le loro maschere sono dunque reali in tutta la loro materialità. 
I due però confidandosi dubbi e perplessità si accorgono di come per scomoda e sbandata che possa mai esser la loro vita in mezzo a molta gente d'ogni ceto sociale, rimane paradossalmente la più autentica.  Con tutta la sua semplicità, scomodità, pericolosità e latitanza l'esistenza dei due "reietti" a differenza di quella dei personaggi che li circondano, risulta possedere un forte tratto di verità che conserva il valore delle cose essenziali......insomma pare proprio che le maschere peggiori e devastanti pur se invisibili, le indossino gli altri.... 
Esse rendono chi le "indossa" gente finta e superficiale, trasformando la vita da qualcosa che ha un immenso valore ad un semplice gioco nel quale si può perdere il contatto con la realtà, la sua importanza, il suo gusto....ed evitandola se scomoda!


...Interessante come  gli unici a capirlo alla fine siano i "reietti" della società, gli esclusi, gli emarginati, gli etichettati, resi diversi unicamente da  distorte opinioni di massa....e spesso da esse spinti, incoraggiati e giustificati sulla via della devianza





Questa storia, a differenza della scena reale che ho vissuta con Jimmy, non è mia, ma l'ho rubata a Bob Dylan il quale la racconta in un suo famoso pezzo "All long the watchtower" di cui propongo il testo tradotto ed una bellissima e ritmatissima cover.....


.....Ahhh, a proposito anche l'AMORE a volte porta una MASCHERA che fa di NECESSITA' VIRTU':
QUELLA DINON FAR MAI CAPIRE AGLI ALTRI QUANTO SOFFRE"

Lungo tutta la torre di guardia

"Deve esserci una via d'uscita da qui"
disse il buffone al ladro.....
"c'è troppa confusione qui
non riesco ad avere sollievo
uomini d'affari bevono il mio vino,
contadini scavano la mia terra,
nessuno di loro conosce lungo la linea,
quanto vale tutto ciò"
"Non c'è ragione di agitarsi"
.....Il ladro gentilmente rispose
"Ce ne sono tanti qui fra noi che pensano che la vita non sia altro che un gioco
ma tu ed io, ci siamo già passati
e quello non è il nostro destino
così non parliamoci falsamente adesso
perché l'ora si sta facendo tarda"
lungo tutta la torre di guardia
i prìncipi mantenevano l'opinione
mentre i cavalieri andavano e venivano
anche i servi scalzi.....
Ora fermo un attimo il testo di Dylan, penso al CUORE di Jimmy e..... ci canto su il ritornello…..

Tutto ciò che posseggo è una chitarra rossa
tre accordi

e la VERITA'!!!!

6 commenti:

marina ha detto...

bellissimo questo post Silvia! quante cose diverse sei riuscita a legare in uno sguardo
grazie, marina

Rosie ha detto...

Che bel post...è proprio vero, quando si vive in prima persona una sofferenza, poi si capisce cosa sia l'empatia con chi soffre anche per altri motivi...
L'ho provato (e ancora lo provo) anche io...

Vittoria A. ha detto...

Quante cose hai detto in post e soprattutto quante cose vere! E' bellissima questa storia medioevale che e' la metafora della vita stessa! Grazie per avermela fatta conoscere! E Grazie anche per tutto il resto! :D

Annalisa Silingardi ha detto...

,,forse i giullari sono gli unici che non portano la maschera

calendula ha detto...

hai il bellissimo potere di scrivere per immagini, deve essere una caratteristica del nome, dicono che ho lo stesso potere... e portiamo lo stesso nome....
ho gia letto il tuo blog e non sono mai riuscita a lasciare commenti,perchè il pc si impallava, oggi la brillante idea del mio compagno ha risolto la situazione...sono entrata nella rete da Mozzilla....e ora posso lasciare tutti i commenti in un sacco i blog interessanti come il tuo baci

marina ha detto...

sono passata per lasciarti i miei auguri più forti
marina

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