sabato 26 settembre 2009

Finalmente una ventata di Gioia

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Ho iscritto Riccardo ad una squdra di calcio....il risultato è stato strepitoso....eccezionale!
Sono felice anche per la scelta fatta, nella nostra cittadina piemontese anche le squadre di calcio sono classificabili per famiglie socialmente elevate e non. Ovviamente in quelle di un certo calibro non c'è "molto posto" per chi cerca attraverso lo sport socializzazione, amicizia,valori, in quelle "NON"invece , di cui facciamo parte anch'io ed il mio bimbo, non si bada molto alla bravura iniziale o alle speranze che un bimbo abbia di divenire un fuori classe, ma si trasmettono quei valori essenziali utili alla crescita ed alla formazione umana.....infatti la mancanza di arrivismo ed ostentata autoaffermazione non possono che generare un meraviglioso clima di FAMIGLIA!!!!! Sono felice!!!!

Silvia
(mercoledì 23 chemio)

lunedì 21 settembre 2009

SOLI - DARIETA' ?

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Cara Silvia eccoti alcune mie considerazioni: lavorando nel sociale e mettendomi a disposizione di diverse persone che non ce la fanno a "tirare avanti" da sole, incontro anche il mondo che nella nostra società volge ad offrire un aiuto a questa gente, una risposta alla loro indigenza o per lo meno dovrebbe farlo...... e relazionandomi con politici, servizi sociali, enti caritativi di vario genere che si propongono all'insegna della SOLI-DARIETA' mi sento di dire apertamente ciò che penso.


"SOLI (darietà) con il prorio problema" è lo stato in cui spesso ci si avanza ad attendere un aiuto concepito per esser efficace dalle realtà appena citate, ma che ahimè si rivela tale sempre più solo sulla carta.... magari proposto in un ente comunale come progetto luccicante dal politico di turno che punta a prendere dei voti dalla gente accattivandosene la simpatia, o in un ente caritativo dove ormai l'arrivismo e l'autoreferenzialità sono divenuti "vangelo" per un ampio numero di persone. Non sparo su fazioni politiche, non sparo sui preti piuttosto che i vescovi o le suore, ma su ciò che in ogni ambiente che esiste all'insegna dell'aiuto umanitario più o meno istituzionalizzato, tiranneggia ed impedisce il retto agire di chi si fa carico delle grandi responsabilità volte al mondo sommerso della povertà e precarietà sociale (tutto ciò fa una gran gola all'uomo da migliaia di anni pur se sempre più mascherato e giustificato): POTERE, POPOLARITA', DENARO.
La posizione più delicata , me ne accorgo spesso a mie spese, non è quasi mai quella di chi riveste ruoli elevati in questo ambiente, ma quella di chi opera a stretto contatto con le ferite delle persone in difficoltà indipendentemete dalla sua bassa posizione gerarchica nel contesto.

Questo è il ruolo di chi mette "le mani" nelle disgrazie altrui, di chi valorizzando al meglio il proprio dolore come dici già tu nella bella presentazione, può accorgersi, immedesimarsi, empatizzare quello dell'altro.......

E' anche vero che una volta chiaro il percorso dell'aiuto, una volta motivata ed accompagnata la persona da aiutare con chiarissimi segni di bisogno ma anche di prpositività ad accogliere o attuare l'aiuto su se stessa, ci si imbatte in un terribile problema: L'INDIFFERENZA......

Non parlo d'indifferenza "generica" della società, se non esistesse quella occorrerebbero molti meno aiuti e progetti d'aiuto ma quella degli enti specifici di riferimento, che nella stragrande maggioranza dei casi se sei un pinco pallino qualunque non ti considerano minimamente .

Sia il recupero del tossico dipendente, sia l'accoglienza del senza tetto, sia il reinserimento del precario o del detenuto, li vivo nelle mie attività come momenti bellissimi di gioia, che giustificano ogni mia fatica. Quando però si arriva a mediare il tuo contatto (povero, detenuto, prostituta etc.) con un'istituzione che offre soluzioni (o meglio lo fa certamente sulla carta di forbitissimi e dettagliatissimi progetti) proprio perché concepita per questo, pur avendo fatto un discernimento, preso decisioni importanti, senza escludere dure prove concrete in tutta la loro "fisicità" (anche in termini psichici) come disintossicazioni farmacologiche e percorsi in comunità ti senti dire: "NON ABBIAMO SOLDI CI SPIACE"..... oppure: "NON ABBIAMO POSTO"..... o meglio: "L'ABBIAMO GIA' AIUTATO/A, MA ADESSO NON POSSIAMO PIU' FARLO!!!"

Ci sarebbe molto da dire, eccoti la mia piccola denuncia: "ESISTE UN CANCRO TERRIBILE NELLA NOSTRA SOCIETA' CHE GENERA SOLITUDINE, EMARGINAZIONE, TRISTEZZA....


IL SUO NOME E' "INDIFFERENZA"


(dedicato a tutti quei politici che "mangiano" sugli aiuti umanitari, a tutti quegli impiegati dei s. soc. per i quali "anche se la gente muore la busta di fine mese arriva lo stesso", a tutti gli enti caritativi che di ciò che arriva per i poveri fanno una selezione e il meglio se lo portano a casa, a tutti quelli che distribuiscono le coperte in stazione e....la sera le buttano!?!?!?!...................)


ciao Pietro.

giovedì 17 settembre 2009

Ciao.....sono semplicemente Silvia!!!

5 commenti



Nello scorso Aprile (ovviamente senza sospettare nulla), come di consueto nelle mie abitudini da qualche anno a questa parte , ho provvidenzialmente effettuato l'ennesimo controllo di prevenzione al cancro, quest'anno però mi è stato diagnosticato un tumore al seno che da qualche mese ha sconvolto la mia esistenza e quella dei miei cari. Pazzesco, e se non si fosse fatto quel controllo che sarebbe accaduto....?
Sicuramente ora sarebbe veramente tardi anche per porsi interrogativi.

La vita cambia: subisco un intervento che ringraziando Dio sembra andar bene e non lasciare nulla di "pericoloso", inizio i cicli di chemio terapia perdendo tutti i miei lunghi e biondi capelli, ancora oggi questi cicli proseguono e mi debilitano molto nel fisico. Per normalizzare la mia presenza cerco di curare il più possibile il mio aspetto di giovane "mamma ordinata e premurosa", che non si assolve ed esaurisce certo nei capelli.... anche se ora una bella parrucca ci stà proprio bene!
Ovviamente tutto ciò che di me è alterato da malattia e cure viene in qualche modo ridimensionato da innumerevoli e scambievoli attenzioni d'amore nel contesto familiare, non si può certo nasconedere che è dura, ma se non ci fosse l'amore.....

La normalità ora è preziosa, è "STRAORDINARIETA' " : ogni piccolo atto, il più piccolo riesco a farlo con una gioia immensa di cui prima non ero capace, apprezzo di più la mia vita: è importantissimo imparare ad apprezzare veramente la propria vita: NON SERVE ANDARE ALLE MALDIVE O AVERE ORO PER ESSERE FELICI

Lotto con grandi paure delle quali la più terribile è quella di non poter veder crescere mio figlio e stargli accanto in particolar modo nei momenti in cui dovesse aver bisogno del mio affetto e della mia presenza. Ci sono molti "mostri" più o meno visibili nella vita di una malata di cancro, che hanno il potere d'intaccarne tranquillità e serenità, lo stesso ambiente che ti circonda cambia violentemente: se prima nei cassetti di casa ci si trovavano solo cose utili alla vita comune d'ogni giorno, oggi ci si imbatte in siringhe, fiale, flaconi e quanto più possa mai riportare la testa di ciascuno di noi al pensiero della mia malattia!!!! Se prima ero dinamica pronta al gioco, allo studio ed avere mille attenzioni per mio figlio e mio marito ora trascorro anche periodi di tempo in riposo, per riprendermi dai violenti cicli di chemio che mi debilitano parecchio, ciò nonostante quando ho modo di recuperare forze faccio la moglie e la mamma a tutta forza. Molti mi dicono che faccio venir loro la pelle d'oca per quanto m'accade accollandomi appellativi del tipo: "poverina!", o chiedendomi: "ma come fai?" io rispondo appunto che sono felice e ringrazio Dio per ciò che attraverso la malattia dona alla mia interiorità pur se a discapito del fisico.....L'unico pensiero veramete forte è Riccardo che ultimamente ha iniziato ad avere attacchi di panico.

Torniamo a noi.....
La mia idea è quella di poter riportare degli spazietti dedicati a srtorie che per la società sono "MUTE", senza possibilità di esprimersi e lo faccio nella consapevolezza di cosa sia la SOFFERENZA!
Per ora concludo con un saluto, sono entusiasta della scoperta di altri bellisimi blog come quello di Angela che mi hanno incoraggiato nella mia iniziativa: APRIRE UN BLOG E DIRE LA MIA E NON SOLO LA MIA.....Questo mi da la forza di lottare vicino a chi è ferito.

A presto, Silvia.
 

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